Come vi ho detto, mi è piaciuto molto il
Museo Oceanografico di Valencia. All'ingresso la fila era notevole, nonostante non siamo in un periodo particolarmente turistico. In questi casi ci si arma di pazienza, e il resto scorre via. Anche se forse non c'era tutta quella varietà che mi aspettavo, direi che ho passato un bel pomeriggio. C'era pure un'
uccelliera che poco ha a che fare coi pesci, ma c'era.
Nelle vasche interne c'erano pesci provenienti da tutte le parti del mondo, divise per zone. Tutto si snodava in vari corridoi, alcuni sotterranei, tramite i quali si passava da un punto ad un altro. Più simpatiche però erano le vasche esterne, in particolare quella delle
foche e dei
leoni marini. Per l'appunto una foca ad un certo punto ha rubato un foulard a una ragazza, e ci ha giocato per un po' (sembrava quasi volesse metterselo al collo), fino a quando è entrato un guardiano e gliel'ha preso.
Più intelligenti ancora delle foche erano i
delfini: c'è infatti un delfinario dove a orari prestabiliti si esibiscono gli animali ammaestrati, ovviamente l'entrata è compresa nel prezzo. Devo dire molto bravi davvero: è stato emozionante vederli giocare con gli allenatori, eseguendo salti e piroette con una grazia e una coordinazione con gli altri invidiabile.
I più temibili? Indubbiamente gli squali: vedersene nuotare uno a pochi centimetri di distanza non lascia certo indifferente, anche se alla fine fanno più pena loro, costretti a dividere in tanti delle vasche non troppo grandi. In effetti rimane un po' l'amaro in bocca a pensare questi animali sacrificati più per lo spettacolo che non per fini scientifici... sono le contraddizioni del nostro mondo di oggi.